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Sabine Spielrein

Scheda bibliografica a cura del Prof. Luciano Mecacci (Facoltà di Psicologia, Università degli Studi di Firenze, [email protected] )

Dopo la pubblicazione del libro di Aldo Carotenuto nel 1980 Diario di una segreta simmetria. Sabina Spielrein tra Jung e Freud, presto tradotto in sette lingue [4], la bibliografia si è arricchita progressivamente di nuovi contributi che hanno studiato la vita e l’opera fino ad allora praticamente ignota di questa affascinante figura della storia della psicoanalisi, il ruolo che le sue vicende personali ebbero sui rapporti tra Freud e Jung, il significato teorico delle sue ricerche sullo sviluppo delle idee freudiane e junghiane, e infine altri aspetti come il rapporto tra la psicoanalisi e il femminismo, o l’influenza su autori come Piaget e Vygotskij. Inoltre la Spielrein ha suscitato l’interesse di registi di teatro e di cinema, e la sua vita e la sua opera sono state rappresentate con successo di pubblico.

Sebbene esista una esauriente raccolta degli scritti della Spielrein [22], non è consigliabile partire da questi per chi non abbia familiarità con la teoria psicoanalitica, trattandosi di lavori molto specialistici. Si propone invece di avviare il proprio percorso di letture o con il libro di Carotenuto [4] o, più in generale, con il profilo di Francesca Molfino [18] per avere un’idea complessiva iniziale. Vi sono poi vari studi che hanno approfondito la biografia e in particolare la relazione Spielrein-Jung, e tra questi si consigliano anche per ulteriori rimandi bibliografici i seguenti: Bettelheim [3], Cremerius [6], Kerr [10], Kress-Rosen [11], Ljunggreen [12] e Lothane [13]. Poiché la vicenda della Spielrein avrebbe avuto un ruolo decisivo nella rottura tra Freud e Jung (come sostiene Kerr, mentre non è affatto dello stesso parere Lothane), a seconda che chi dibatte questo tema sia di scuola freudiana o junghiana, si tende ad avere una lettura di parte di tutta la questione (ad esempio, si può verificare nel sito freudiano-ortodosso http://javari.com/FreudPsa/spielrein.htm come sia attaccato Jung in generale prendendo spunto proprio dalla sua relazione con la Spielrein). A un livello di maggiore specializzazione teorica si pongono gli articoli di vari autori pubblicati nel 1995 sulla rivista L’Evolution Psychiatrique e nel 2001 sulla rivista Journal of Analytical Psychology. Il libro, annunciato per il marzo 2003, dedicato alla Spielrein raccoglie gli articoli pubblicati in quest’ultima rivista e altri documenti, rappresentando quindi il riferimento bibliografico recente più importante [5].

Sul rapporto tra la psicoanalisi, le donne e il femminismo (tematica per la quale la storia di Sabina Spielrein ha costituito un nodo centrale) si possono vedere i libri di Appignanesi e Forrester [2] e Vegetti Finzi [23] e l’articolo di Richards [20].

Sul problema delle "violazioni" del setting analitico, per le quali il caso Spielrein-Jung è considerato spesso il prototipo, v. l’importante libro di Gabbard e Lester [9] e le parti relative del nostro libro sulla psicoanalisi [15].

Sui rapporti con Piaget (analizzato dalla Spielrein) v. il saggio di Vidal [24], mentre per l’influenza avuta sulle teorie del pensiero e del linguaggio in Piaget e Vygotskij v. il recente saggio di Santiago-Delefosse e Delefosse [21].

Per una collocazione generale della Spielrein nel quadro della psicoanalisi russa il libro fondamentale è quello di Etkind del 1993, di cui si consiglia la trad. inglese per i suoi aggiornamenti [8]. Vedi anche il saggio di Ovcharenko [17] e la recente antologia curata da Angelini [1]. In margine alla versione data nel film di Faenza (v. sotto) del periodo russo v. anche il nostro breve articolo [16] in cui si riprendono nostre notizie precedenti sull’Asilo psicoanalitico [14].

Infine vi sono due film: il primo (Ich hiess Sabina Spielrein [Mi chiamavo Sabina Spielrein] della regista svedese Elisabeth Marton), uscito nel 2002, ha una impostazione di fedele ricostruzione storica; il secondo (Prendimi l’anima del regista Roberto Faenza), uscito nel 2003, si concede alcune libertà artistiche e su alcuni punti suscita alcune perplessità: l’assenza della fondamentale figura di Sigmund Freud nella storia sentimentale tra la Spielrein e Jung, la banalizzazione di Eugen Bleuler, direttore dell’Ospedale Burghözli di Zurigo (Bleuler fu tutt’altro che distaccato nei suoi rapporti con i pazienti, come ricorda Ellenberger [7]; e fu proprio lui a incoraggiare la Spielrein a intraprendere la carriera di psicoanalista), e infine la ricostruzione dell’ambiente dell’Asilo che non è rappresentabile come un’esperienza semiclandestina praticata in un futuro rudere (l’Asilo è tuttora visitabile a Mosca ed è perfettamente conservato, essendo divenuto poi la dimora dello scrittore M. Gorki: uno splendido edificio considerato l’esempio dell’Art Nouveau russa [14]). Vari documenti e la scenografia del film di Faenza sono stati raccolti in un volume [19].

Note:

[1] Angelini A., Pionieri dell’inconscio in Russia. Liguori, Napoli 2002
[2] Appignanesi L., Forrester J., Freud’s women. Basic Books, New York 1992.
[3] Bettelheim B., Scandalo in famiglia. In [4], ed. 1999.
[4] Carotenuto A., Diario di una segreta simmetria. Sabina Spielrein tra Jung e Freud. Astrolabio, Roma 1980 (ed. riv., 1999; rist. Bompiani, Milano). La traduzione tedesca di questo libro contiene documenti non presenti, per motivi di copyright, nelle altre edizioni.
[5] Covington C., Wharton B., Sabina Spielrein. Forgotten pioneer of psychoanalysis. Brunner-Routledge, New York 2003.
[6] Cremerius J., Sabina Spielrein, una vittima precoce della politica della professione psicoanalitica. "Materiali per il piacere della psicoanalisi", 1990, 75-94.
[7] Ellenberger H.F., La scoperta dell’inconscio. Boringhieri, Torino 1982.
[8] Etkind A., Eros of the impossible. The history of psychoanalysis in Russia. Westview Press, Boulder 1997.
[9] Gabbard G., Lester E., Violazioni nel setting. Raffaello Cortina, Milano 1999.
[10] Kerr J., Un metodo molto pericoloso. La storia di Jung, Freud e Sabina. Milano 1996.
[11] Kress-Rosen N., La passione di Sabina. Freud, Jung e Sabina Spielrein. Milano 1997.
[12] Ljunggreen M., Contributo alla biografia di Sabina Spielrein. "Giornale Storico di Psicologia Dinamica", 1984, 16, 49-60.
[13] Lothane Z., In defense of Sabina Spielrein. In P. Mahoney, C. Bonomi and J. Stensson, Behind the scenes. Freud in correspondence, Scandinavian University Press, Oslo 1997.
[14] Mecacci L., Casa Rjabu_inskij e l’Asilo psicoanalitico di Mosca negli anni Venti. "Psicologia Contemporanea", maggio-giugno 1998.
[15] Mecacci L., Il caso Marilyn M. e altri disastri della psicoanalisi. Laterza, Roma-Bari 2000.
[16] Mecacci L., Il destino di Sabina Spielrein. "La Rivista dei Libri", aprile 2003.
[17] Ovcharenko V., Love, psychoanalysis and destruction. "Journal of Analytical Psychology", 44, 355-373.
[18] Molfino F., Sabina Spielrein, la paziente. In Psicoanalisi al femminile, a c. di S. Vegetti Finzi, Laterza, Roma-Bari 1992.
[19] Prendimi l’anima. Arcanafiction, Roma 2003.
[20] Richards, A.K., Freud and feminism: a critical appraisal. "Journal of the American Psychoanalytic Association", 1999, 47, 1213-1237.
[21] Santiago-Delefosse, M.J., Delefosse J.M.O., Spielrein, Piaget and Vygotsky: Three positions on child thougth and language. "Theory and Psychology", 2002, 12, 723-747.
[22] Spielrein S., Comprensione della schizofrenia e altri scritti. Liguori, Napoli 1986.
[23] Vegetti Finzi S., Psicoanalisi al femminile, Laterza, Roma-Bari 1992.
[24] Vidal F., Sabina Spielrein, Jean Piaget: chacun pour soi. "L’Evolution Psychiatrique", 1995, 60, 97-113 (rist. in [5])


Su questo sito:

Il caso Spielrein e l’edificazione freudiana del concetto di “transfert e controtransfert” (di Rossana Ceccarelli)

     
 

 
 
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