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L'Omertà
di Nicola Peluffo
...Nelle conversazioni tra psicoanalisti a volte si sente la frase : “Se si riuscisse a superare la resistenza si potrebbe completare una psicoanalisi in un giorno”. Come è noto la resistenza ha una sua funzione utile (nella vita quotidiana) che è quella di mantenere integra la costruzione difensiva della rimozione, ed è logico, che il tentativo di studiare le rimozioni e mutarne l’equilibrio della distribuzione energetica, ingenera una forte angoscia, un vero e proprio stato di pericolo psicobiologico. La persona in analisi cerca di sottrarsi a questo pericolo mettendo in atto degli accorgimenti che hanno lo scopo di mantenere integra la rimozione. Mette, per esempio, in atto delle procedure di diniego e di negazione che hanno lo scopo di mantenere lo status quo di modo che niente, nell’organizzazione psichica, muti. Iniziano i silenzi o l’eccesso di verbigerazione, e sovente cessa la fonte principale del materiale da analizzare: i sogni
Sovente mi sono chiesto la ragione per cui esistono persone che non portano in seduta qualche sogno. Persone che in apparenza non sognano. Noi attraverso lo studio delle fasi REM del sonno sappiamo che tutti sognano dalla vita fetale in poi. E non solo gli esseri umani ma tutti gli animali omeotermi.
Gli analizzati generalmente riferiscono volentieri i prodotti della loro vita onirica, tuttavia ne esistono certi che portano qualche sogno nelle prime sedute e poi si astengono. In questi soggetti, come ho osservato molte volte, si attiva un meccanismo di difesa di evitamento che, in termini psicosociali, può essere definito “Omertà”. Un meccanismo di difesa preconscio-conscio eminentemente sociale che serve a preservare, come tutte le difese, l’Io da una tensione eccessiva...
Il passaggio dalla rappresentazione di un oggetto al Personaggio
di Nicola Peluffo
Mentre mi lavo le mani, lo sguardo cade sulla mia mano sinistra; è grassoccia e mi ricorda quella della mia mamma. Poi da lei il pensiero passa alle mani di mio fratello; anch’esse sono grassocce.
Tramite le mani. cioè un particolare del corpo, riconosco il legame che esiste tra mia madre, mio fratello e me. Sono una forma che risente molto della componente genetica oltre che dell’attività fenotipica, cioè sono mani con una precisa conformazione anatomica e liscie poiché non compiono lavori pesanti .
Ecco un bell’esempio di un analisi del dettaglio che permette di scoprire il legame associativo tra oggetti. Le rapprentazioni di tre oggetti “mano” sono collegate fra di loro.
Tre rappresentazioni consce, una percezione e due ricordi, sono collegate fra di loro da un legame associativo definibile in termini di mano anzi di “manina di mammina e fratellino” che si estende a me stesso e a tutti coloro che sono classificabili in termini di forma di “manina”, cioè che presentino tale particolare.
Questa indagine sul dettaglio può essere molto utile nelle sedute di micropsicoanalisi durante la rievocazione anche stimolata dalle fotografie specialmente se molto ingrandite...
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Un problema su cui gli studiosi del mondo antico non si sono mai soffermati è quello del passaggio alla civiltà nell'area della mezzaluna fertile, della Persia e dell'India, nella forma di culture religiose e sociali spesso sessuofobiche. In questa vasta area il passaggio dalla preistoria alla storia è lento, graduale. Le caratteristiche di questa transizione sono per lo più incerte e legate a fonti che attengono maggiormente alla cultura materiale piuttosto che a quella intellettuale e psichica. Ad esempio, sappiamo molto degli utensili prodotti dai neanderthaliani e dai sapiens vissuti in quelle zone ma assai poco di aspetti come il linguaggio, le credenze religiose, gli usi e i costumi sessuali. Eppure essi vivono letteralmente a ridosso della storia, poco prima che le rivoluzioni neolitica e dei metalli giungessero a cambiarne il volto....
La semeiotica dell'incubo
di Pier Luigi Bolmida
...Si è dimostrato come durante lo sviluppo della sessualità e dell'aggressività, che si svolge in stadi successivi, insiemi di esperienze traumatiche specifiche contribuiscano a creare particolari nuclei di fissazione, che producono desideri che rimangono bloccati (rimossi) nell'inconscio e diventano elementi di tensione. Il sogno cerca continuamente di abbassare il livello di tale tensione, utilizzando elementi della vita quotidiana per trovare un via di sfogo che eluda gli ostacoli costituiti da tali blocchi. In altri termini, l'inconscio memorizza vissuti aggressivi e sessuali di origine utero-infantile e filogenetica, li elabora e ne trasmette frammenti nel preconscio sotto forma di resti notturni. Questa informazione onirica viene quindi trattata nel preconscio secondo i processi che contaddistinguono il Sistema secondario che li trasforma in pensieri, sentimenti, emozioni e comportamenti per esprimere, in modo più o meno recondito e camuffato, una particella di memoria smarrita e la dinamica del desiderio che essa include (complesso). É proprio in questo senso che la psicoanalisi considera il sogno come il prodotto di un intenso lavoro psichico inconscio il cui scopo è riattivare e realizzare in forma allucinatoria desideri aggressivi e sessuali rimossi, al fine di ricondurre il livello di eccitazione a uno stato di quiete...
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